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Interessante la relazione tra costi e scelta progettuale di una soluzione dissipativa o non dissipativa nella costruzione di un edificio, ma è possibile individuare un fattore preponderante o più importante che orienta la scelta economica?

Non è possibile individuare un fattore preponderante, la scelta dipende da vari fattori. In zona di bassa sismicità (riferendosi al prodotto ag × S) è quasi sempre conveniente, soprattutto su edifici di 3-4 piani. Il vantaggio si accentua se sono presenti elementi resistenti significativi. In zone di sismicità media valgono le stesse considerazioni, ma in questo caso devono essere presenti più elementi resistenti significativi. L’impiego di soluzioni non dissipative (comportamento elastico o sostanzialmente elastico) è una scelta obbligata quando sono presenti nell’organismo strutturale elementi di natura architettonica che non soddisfano le prescrizioni delle normativa sismica, come potrebbe accadere per travi in spessore solaio o per pilastri/setti non rispondenti alle prescrizioni del capitolo 7 delle NTC2018, a meno che essi non possano essere trattati come elementi secondari (§. 7.2.3 NTC 2018). La scelta del comportamento non dissipativo può essere anche valida per strutture con periodi propri elevati dove, ad esempio, l’azione del vento risulti preponderante. Anche per le strutture in acciaio semplici di uno o due piani risulta in generale conveniente l’impiego di una soluzione non dissipativa.

Corsi: Costruzione e adeguamento di edifici con criteri antisismici: La progettazione delle connessioni e dei fissaggi strutturali e non strutturali

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