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Per evitare durante l’incendio il pericoloso effetto camino quali sono le principali implicazioni tecnologiche rispettose della normativa per la compartimentazione al fuoco delle facciate ventilate?

In Italia, per quanto riguarda la tematica del fuoco in facciata, si può fare riferimento alla «Guida Tecnica per la determinazione dei requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili» nella quale sono indicate raccomandazioni da parte del dipartimenti dei Vigili del Fuoco. Facendo riferimento al Decreto del 25 gennaio 2019, si può vedere come sia consigliata la compartimentazione al fuoco per edifici di altezza superiore ai 24 mt in realizzazione o con rifacimento della facciate per una superficie superiore al 50%. Ad oggi in Italia sono solo Linee Guida, senza alcun tipo di obbligo. Nelle facciate con parete esterna chiusa e cavedio non ispezionabile, se la parete interna ha per l’intera altezza e per tutti i piani una resistenza al fuoco EI30, ottenuta utilizzando pannello Bs3-d0, non sono richiesti gli elementi orizzontali di interruzione in corrispondenza dei solai. (S3 identifica un pannello che non ha alcuna limitazione della produzione di gas di combustione, d0 che l’elemento strutturale non debba emettere gocce o particelle aderenti) La Linea Guida mostra già alcune incongruenze, poiché la maggior causa di morte, durante un incendio in facciata ventilata, è legata alla problematica del fumo. La compartimentazione, del piano orizzontale permette che la problematica sia arginata.

Tag: Protezione al fuoco, Eurocodice 2, compartimentazione

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